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DI CHI SCI FIJE TÒ?!COMM’ T S’ÁDDÌCË?

  • Radio Notting Hill
  • 28 mag
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 29 mag

San Benedetto del Tronto vive di tradizione che può manifestarsi tramite una frase, un modo di dire, dei gesti con le mani…tutto ciò incarna la “Sambenedettesità”. La cultura del nostro luogo è arrivata ai giorni nostri, delle volte in punta di piedi, altre, come un fiume in piena. San Benedetto è così: o tutto o niente.

Fin da piccoli ci siamo sentiti dire dai più anziani questa famosa frase che anche oggi si sente passeggiando in città: DI CHI SCI FIJE TÒ? COMM’ T S’ÁDDÌCË?

Io da piccolo, grazie all’aiuto di mia madre che mi ha sempre raccontato le tradizioni della nostra stirpe (così si chiama la famiglia a San Benedetto del Tronto), rispondevo con fierezza “io sono il nipote di Zorro!”. Le persone rispondevano sempre con un sorriso ed erano subito pronte a raccontarmi un aneddoto su mio nonno che purtroppo non ho conosciuto. La Stirpe, o in Sambenedettese “LA STREPPIA”, nella nostra città è una cosa importantissima perché in una parola si racchiudono aneddoti e racconti di mestieri.

Con la famiglia a San Benedetto non si scherzava a partire da più a sud, dalla Sentina, dove i parenti condividevano tutto: un pezzo di pane, un sacco di grano, una macchina agricola, un lutto, una festa e così via… arrivando più a nord dove le famiglie di mare mai pensavano di potercela fare da sole: si festeggiava insieme, si condividevano cassette di pesce, carretti straboccanti d’anghiò (le alici in italiano), ma anche eventi meno felici come lutti e tragedie.

A tal proposito mia nonna, retara, moglie e mamma di marinai e fiera pajarola, mi diceva sempre “Ndò, lu mar dà ma lu mar s’arpiia pure”.



Sabato 24 maggio, al Parco K. Wojtyla, noi ragazzi di Radio Notting Hill abbiamo organizzato, per ricordare tutto questo, una giornata speciale intitolata "SAMMENEDETTE MÌ DE PIÙ TE NCANTE”.

È stata un’occasione preziosa per riscoprire e far conoscere a tutti, grandi e piccoli, le tradizioni della nostra amata città. Nel pomeriggio abbiamo organizzato attività per genitori e bimbi: laboratori di arte, racconti dal passato e giochi di una volta; la semplicità di quest’ultimi ha colpito tutti quanti riscoprendo che per divertirsi, una volta, bastava veramente poco: essere in compagnia dei propri amici.

L’incontro serale ha visto come relatori Giancarlo Brandimarti, presidente della Ribalta Picena, Ilario Di Luca, capogruppo FAI San Benedetto del Tronto, Albano Ferri, presidente dell’Associazione Sentina e l’Ass. San Giovanni Paolo II. Ci hanno guidato in un viaggio culturale passando per racconti, vecchie fotografie e abitudini di San Benedetto che purtroppo oggi ci appaiono lontane, ma che portano ancora con sé valori indelebili.

Come dice G.K.Chesterton “ Tradizione significa dare il voto alla più oscura di tutte le classi, quella dei nostri avi” e i sambenedettesi sono sempre pronti a rispondere alle esigenze della propria città proprio perché si è cresciuti con un senso di appartenenza ben radicato. Proprio per questo è stato bellissimo mettere insieme più persone e più associazioni interessate alla nostra cultura che vogliono, con ardore, far riemergere tutto ciò che di bello si è perso negli anni, mischiandoci sempre più in una società che vuole tutto e subito, desidera distrazioni, cambiamenti, trasgressioni, movida… Sono emersi molti temi ed è stata accentuata la bellezza di una comunità unita da un senso di appartenenza, di collaborazione in cui le famiglie si aiutavano a vicenda, un modo di vivere che ormai oggi si sta perdendo e che dovremmo invece cercare sempre più di riscoprire e tramandare come si faceva un tempo riscoprendo quella “quotidianità lenta” che era carica di meraviglia, straordinarietà e tradizione.

Antonio Fratta, di Radio Notting Hill

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