L'intervento del Vicepresidente degli Stati Uniti d'America James Vance
- Radio Notting Hill
- 29 mar
- Tempo di lettura: 3 min
Conferenza di Monaco, 14 febbraio 2025
“Ci riuniamo oggi, naturalmente, per discutere di sicurezza, e normalmente intendiamo con ciò minacce alla nostra sicurezza esterna. Tuttavia, la minaccia che mi preoccupa di più per l’Europa non è la Russia. Non è la Cina. Non è nessun altro attore esterno. Quella che mi preoccupa di più è la minaccia interna, il ritiro dell’Europa da alcuni dei suoi valori fondamentali, valori che sono condivisi con gli Stati Uniti d’America."
Queste sono le parole pronunciate di fronte ai maggiori capi di Stato dal Vicepresidente degli Stati Uniti d’America J. D. Vance.
Un discorso che, a primo impatto, colpisce chiunque abbia un minimo di senso critico.
Cosa sempre più rara è sentir parlare di “Disinformazione”, di “Crimine di pensiero” o di “Censura digitale” nei grandi discorsi pubblici: forse meno rari sono i casi in cui se ne parla in riferimento a paesi non democratici come la Corea del Nord, paesi estremisti islamici del Medio Oriente o alcuni paesi del Sud America.
Ma quante volte se ne sente parlare in riferimento ai grandi paesi portavoce di quella democrazia che da decenni s’insegue come ideale unico e perfetto?
Un mito che crolla ad ogni parola pronunciata da Vance.
“In Gran Bretagna e in tutta Europa temo che la libertà di parola stia regredendo.
E nel nome della convivenza e della verità ammetto che le voci più forti a favore della censura non vengono da dentro l’Europa ma da dentro il mio stesso Paese, dove l’amministrazione precedente ha minacciato e intimidito le società di social media per censurare la cosiddetta disinformazione.”
Chi è James Vance?
Apparso agli occhi di tutti durante il corso dell’ultimo anno, James Vance è il Vicepresidente degli Stati Uniti d’America, alle spalle di Donald Trump.
Convertitosi al Cattolicesimo, nel 2019 si fece battezzare e si affidò, sin da subito, a Sant’Agostino; Santo che scelse come protettore durante la sua Cresima.
“Agostino mi ha dato un modo per comprendere la Fede Cristiana in maniera fortemente intellettuale” disse descrivendo l’influenza della teologia cattolica sulle sue opinioni e scelte politiche.
Altro filosofo che lo accompagnerà nel suo mandato è il francese René Girard, dai cui scritti egli trae continuamente ispirazione.
Saranno proprio loro ad indirizzare il giovane Vance alla riscoperta di quella Fede che perse in giovane età.
Tutto comincia in Iraq dove Vance, di fronte agli orrori della guerra, perde fiducia sia nella Fede religiosa che nella fede politica: venne meno quel senso di “eccezionalismo” americano che inseguiva mettendo a repentaglio la sua vita.
Tornato in Patria si discosta dal Cristianesimo dichiarandosi ateo. Attraverso la continua lettura di Sant’Agostino, René Girard e il contatto con importanti profili del cristianesimo contemporaneo (tra i quali Rod Dreher, autore del bestseller L’opzione Benedetto) egli incontra la Verità e la ricerca attraverso il suo ruolo di politico.
"Questa è una Conferenza sulla sicurezza, e sono sicuro che siete tutti venuti qui preparati a parlare di come esattamente intendete aumentare la spesa per la difesa nei prossimi anni, in linea con qualche nuovo obiettivo.
Ma lasciate che vi chieda: come potrete anche solo cominciare a riflettere a fondo sulle varie questioni di bilancio, se non sappiamo innanzi tutto cosa stiamo difendendo?
L’Europa affronta molte sfide, ma la crisi che questo continente sta fronteggiando ora, la crisi che affrontiamo tutti insieme, l’abbiamo generata noi.”
Proprio la ricerca della Verità lo porta ad una “lettura controcorrente” della realtà che viviamo.
Le “sfide” di cui parla nel suo discorso ai massimi rappresentanti d’Europa sono quelle imposte dal “modernismo” radicalizzatosi profondamente nelle politiche di noi europei: una democrazia così radicata e idealizzata da contorcersi su se stessa divenendo il proprio contrario: una “dittatura democratica”.
Quella sostenuta dal Vicepresidente americano è una democrazia vera, una democrazia che, seguendo la voce della Verità, risponde alla voce del Popolo.
Il messaggio di Cristo, parte integrante del suo mandato politico, lo porta ad una continua riflessione sul “bene comune”, questione posta al centro da secoli dalla Chiesa Cattolica.
“Credere nella democrazia significa capire che ogni nostro cittadino ha sapere e voce.
Se rifiutiamo di ascoltare quella voce, anche le nostre battaglie più riuscite otterranno ben poco.
Come disse S. Giovanni Paolo II - a mio parere uno dei più straordinari campioni della democrazia in questo e qualsiasi altro continente - “Non abbiate paura”.
Non dovremmo avere paura del nostro popolo, anche quando esprime opinioni che sono in disaccordo coi suoi dirigenti.”
Forse la figura di Vance, fra le tante del mondo politico contemporaneo, rappresenta una voce fuori dal coro che mantiene viva la speranza per un cattolicesimo politico anticonformista e non influenzato dal dilagante spirito modernista.
Francesco Kownacki, di Radio Notting Hill






Commenti