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Papa Leone XIV, un messaggio di verità, famiglia e giustizia

  • Radio Notting Hill
  • 12 minuti fa
  • Tempo di lettura: 3 min


Sono passati meno di dieci giorni dalla nomina pontificale di Papa Leone XIV e già il suo spessore morale si fa notare. Venerdì 16 maggio, infatti, il neo-pontefice ha scatenato una bufera giornalistica affermando nel suo discorso tenuto al corpo diplomatico della Santa Sede, una Verità chiara e immutata nella Chiesa da 2000 anni: la famiglia è fatta dall’unione di un uomo ed una donna.

Lo sgomento di molteplici testate giornalistiche si è fatto sentire istantaneamente, deluse dalla possibilità che, con Leone XIV, la Chiesa Cattolica “potrebbe tornare ad assumere posizioni più tradizionaliste sui diritti degli omosessuali” (cit. fanpage.it).

Nonostante quello che dichiarano le news, la Chiesa non si è mai mossa da queste posizioni erroneamente etichettate in maniera vaga e generalizzata come “tradizionaliste” come se la Sposa di Cristo fosse in sé stessa di fatto divisa in più dottrine.

Molti cattolici hanno invece gioito all’ascolto di un’affermazione di verità chiara e priva di ambiguità, una dichiarazione che fa sperare in una guida ferma e forte, capace di condurre con saggezza e carità i fedeli. A questa udienza, in cui possiamo contare vari ambasciatori internazionali e funzionari della Santa Sede, Prevost ribadisce i valori fondamento di una società sana su cui ogni Stato dovrebbe investire. Oltre alla famiglia, ribadisce tre virtù fondamentai che ogni guida deve custodire: Pace, Giustizia, Verità.

“La prima parola è pace. Troppe volte la consideriamo una parola “negativa”, ossia come mera assenza di guerra e di conflitto […]. La pace allora sembra una semplice tregua […]. La pace è anzitutto un dono: il primo dono di Cristo: «Vi do la mia pace» (Gv 14,27). Essa è però un dono attivo, coinvolgente […] che esige un lavoro su sé stessi […] sradicando l’orgoglio e le rivendicazioni.”

Un bellissimo messaggio che ci riporta al vero significato cristiano di questa parola tanto abusata che ha assunto un significato povero e superficiale, in una società vinta dal relativismo, in cui si parla di pace e libertà al posto di “quieto vivere” e “impulsività”.

“La seconda parola è giustizia. Perseguire la pace esige di praticare la giustizia. Come ho già avuto modo di accennare, ho scelto il mio nome pensando anzitutto a Leone XIII, il Papa della prima grande enciclica sociale, la Rerum novarum. Nel cambiamento d’epoca che stiamo vivendo, la Santa Sede non può esimersi dal far sentire la propria voce dinanzi ai numerosi squilibri e alle ingiustizie che conducono, tra l’altro, a condizioni indegne di lavoro e a società sempre più frammentate e conflittuali. […]

È compito di chi ha responsabilità di governo adoperarsi per costruire società civili armoniche e pacificate. Ciò può essere fatto anzitutto investendo sulla famiglia, fondata sull’unione stabile tra uomo e donna, «società piccola ma vera, e anteriore a ogni civile società»”

Il Papa ricorda, nominando la Rerum Novarum, il ruolo della Chiesa di guida sociale dell’uomo, in ogni suo ambito, e che il cristianesimo come dice Chesterton, “è vero perché ha qualcosa da dire su tutto”, sulla famiglia, sul lavoro, sula quotidianità.

“La terza parola è verità. Non si possono costruire relazioni veramente pacifiche, anche in seno alla Comunità internazionale, senza verità. Laddove le parole assumono connotati ambigui e ambivalenti e il mondo virtuale, con la sua mutata percezione del reale, prende il sopravvento senza controllo, è arduo costruire rapporti autentici, poiché vengono meno le premesse oggettive e reali della comunicazione.

Da parte sua, la Chiesa non può mai esimersi dal dire la verità sull’uomo e sul mondo, ricorrendo quando necessario anche ad un linguaggio schietto, che può suscitare qualche iniziale incomprensione. La verità però non è mai disgiunta dalla carità, che alla radice ha sempre la preoccupazione per la vita e il bene di ogni uomo e donna. D’altronde, nella prospettiva cristiana, la verità non è l’affermazione di principi astratti e disincarnati, ma l’incontro con la persona stessa di Cristo, che vive nella comunità dei credenti.”

Il Santo Padre dichiara e ricorda che tra i valori più importati che una comunità, uno Stato, una società, la verità è la punta di diamante, che il cristiano deve difendere e conservare, perché in essa vi è l’essenza stessa di Cristo, “io solo la Via, la Verità, la Vita” Gio (14:6).

Luca Mozzoni, di Radio Notting Hill

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